WILLY del sabato, 21 novembre

La copertina del programma di sala di “Scene dal parco della luna – Farfalle” (2014) Foto: G. Simonetti, grafica: S. Infusi

“In ciò gli uomini dai bambini non sono diversi”

(Molto rumore per nulla, V,1)

Preso da alcuni giorni dal mio stagionale attacco di confusione cosmica, riguardo indietro, così, tanto per ricordare a me stesso chi sono stato fino ad oggi, e chi forse sono ancora.

A dispetto di tutti quelli – amici e terapeuti vari – che mi consigliano, e cercano di insegnarmi a programmare… niente da fare, non ci riesco. Ho sempre pensato che il mio unico rammarico in punto di morte sarà quello di aver detto un millesimo delle cose che avrei da dire, e aver fatto un millesimo delle cose che vorrei fare. Ma tant’è. Colpa della mia incostanza, della mia lunaticità, della mia incapacità di programmare. Tempo fa ho chiesto a mia moglie (povera donna): “Ma, secondo te, quello che faccio ha un senso? Io ho un senso?” Mi ha risposto di sì. Non ho mai capito se ha risposto così per amore, per sfinimento, o perché lei, come altri, vede ciò che io invece non riesco a vedere.

Fatta questa premessa, sfoglio il mio passato di foto, articoletti, video e fregnacce varie e, sì, un senso ce lo trovo anch’io stavolta: sono sempre stato e sempre sono… un bambino, uno che gioca. Professionalmente ormai mi definisco un “esploratore”, termine un po’ accattivante, “che funziona” direbbero quelli dei Social. Infatti è così che mi chiamano quando mi intervistano. E del resto chi è più esploratore di un bambino, uno che ha tutto da conoscere, da scoprire, da assimilare, da digerire, da risputare fuori a proprio modo? Buffo. Fra pochi giorno compio 46 anni, e a guardare ciò che ho prodotto fino ad ora mi sembrano tutte cose da ragazzino. Dal di fuori mi verrebbe da dire: “Ma questo c’ha dieci anni! Ma s’è pure sposato? Ma come vive?” Eppure in ogni cosa che ho fatto, al momento, c’ho creduto davvero. Proprio come un bambino crede di avere i super-poteri quando gioca a fare spider-man.

E a tutti quei bambini che si sentono di non valer un centesimo, vorrei dire: “Tu sei una meraviglia. Tu sei una cosa stupenda. Non sei né migliore né peggiore di altri. Sei un piccolo grande essere umano, una creatura di Dio. E tutte le creature di Dio sono meravigliose. Ficcatelo bene in testa”.

Enrico Petronio

 

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *