“Il silenzio è il più perfetto araldo della gioia”
(Molto rumore per nulla, II,1)
La notte di Natale, stando a ciò che riportano i Vangeli e le canzoni, deve essere stata una notte di pace e di silenzio. Da bambino ho avuto il privilegio di cantare Stille Nacht in lingua originale, in tedesco. Non me ne vogliano gli altri, ma non c’è gara. Stille Nacht non significa Astro del Cielo, come fu invece tradotta nella nostra lingua. Significa “notte silenziosa”.
I versi tradotti correttamente recitano così: Notte silenziosa / Notte santa / Tutto dorme / Solitaria è sveglia solo / la santa coppia / che tiene stretto a sé il ricciuto bambino / che dorme in una pace santa, / che dorme in una pace santa.
Dio mio, se solo riuscissimo a fare di ogni nostro rumorosissimo giorno una notte silenziosa! Se solo riuscissimo a stare sempre così, svegli in una pace santa, divina, benedetta, sovrannaturale! Se solo riuscissimo a non dimenticarci di quel bambino che ciascuno di noi tiene in braccio, ogni minuto, ogni secondo, per sempre!
Se è vero che Dio ha forgiato l’uomo a sua immagine e somiglianza, quand’è che capiremo che siamo proprio “noi” Dio, che Dio è “dentro”, non fuori, non dipinto sulle splendide volte delle chiese, non nella mangiatoia di plastica o di terracotta di un Presepio? Ascoltare Dio vuol dire ascoltare il buono di sé stessi. Tutto qui. Quand’è che smetteremo di fare di Dio un’autorità lontana alla quale noi, uomini moderni ansiosi di proclamarci liberi, dobbiamo per forza disobbedire così da non portar addosso l’onta deplorevole e umiliante di non essere onnipotenti? Quando capiremo invece che è proprio Dio quella nostra initima autorità interiore, la nostra più impietosa sincerità, la nostra più vicina autenticità, la nostra più libera verità che giornalmente ci fa compiere delle scelte e che ci ricorda – ormai timidamente quasi, in sordina, quasi a doversi scusare – che esistono anche gli altri, e che fra il compiere una buona azione o una cattiva la prima rimane ancora e sempre l’opzione migliore, senza se e senza ma?
Quotidiane scelte, quotidiani bivi, quotidiani dilemmi, quotidiane lotte intestine che caratterizzano noi uomini moderni. Proiettati verso un futuro senza più sensi di colpa, liberi dalla coscienza, totalmente assoggettati al proprio tornaconto (seppur comprensibile), innovativi senza più alcun timore del domani, iper-coraggiosi, iper-ignoranti, non rispettosi delle anziane autorità che vennero prima di noi? Dio mio, speriamo di no…
EP alias Willy