Dicono che LO ZIO WILLY parli dell’essere umano. Di ogni essere umano. Dicono che sia contemporaneo. Parlano di rivisitazioni in chiave moderna. Dicono che sia eterno.
Ma cosa vuol dire realmente? Cosa significa? Perché LO ZIO WILLY è così contemporaneo? Attenzione che per essere contemporanei non basta mettersi un abito d’oggi! Non basta ambientare una commedia o una tragedia negli anni ’30 o ’50 o per le strade di una fantomatica città americana!
Qui si parla di pensieri. Di problemi. Di domande. Di tormenti. Di emozioni basic: amore, odio, frustrazione, paura, gelosia, desiderio… Ed io nei vostri volti di “non attori”, liberi dall’ansia professionistica di dover per forza aderire ad un personaggio, lontani dall’avere qualunque pretesa artistica, nei vostri volti di “gente comune” ho visto Shakespeare. E ho sentito Shakespeare. Ciascuno di voi a suo modo, interpretando, re-interpretando, andando verso il personaggio ma senza rinunciare alla propria anima che è indelebile, che è sorprendente (nel senso che neanche voi, noi, sappiamo cosa possa essere e quanto grande possa essere). Questo è il senso della parole di Ofelia qui nel video: “Noi sappiamo chi siamo, ma non sappiamo chi possiamo essere”, ovvero: “Noi conosciamo la nostra prigione fisica, ma non conosciamo le nostre potenzialità interiori, la vastità del nostro spirtito”.
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