25 novembre 2018
Questa mattina sono andato a messa. Da qualche giorno mi sento insoddisfatto di me. Mi sono detto: “nei Testi troverò le risposte alle mie domande”. E infatti è stato così.
Millenni fa, a Londra, dopo solo un mese di scuola di teatro, l’insegnate mi disse: “Henry (mi chiamavano così), lo sappiamo che sei un ragazzo simpatico, gentile, educato, colto, sempre allegro. Ora vogliamo conoscere il tuo lato oscuro”. Forse raramente sono riuscito ad esprimerlo nella mia vita, senza paura, senza un paralizzante pudore.
Nella Prima Lettura di oggi – dal Libro del Profeta Daniele (7, 13-14) – si dice: “Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo”. Nella Seconda Lettura – dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo (1, 5-8) – si dice: “Gesù Cristo è il primogenito dei morti. Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà. Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omega”. E il Vangelo di Giovanni (18, 33-37) sull’episodio di Pilato (Pilato: giudice e tribunale): “Il mio regno non è di questo mondo. Per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Ogni uomo che non accetti il proprio lato oscuro è condannato a non accettare e non voler usare una parte potentissima di sé. E questo, per uno che poi vuole fare l’artista è deleterio. Io non posso più andare avanti così.
Il Figlio dell’Uomo è venuto “con le nubi”. Si è manifestato in “visioni notturne”. Cristo è primogenito “dei morti”. Viene “con le nubi e ogni occhio lo vedrà”, dunque nelle nubi oscure Egli “è stato visto”. Dio è Alfa e Omega, quindi è un capo del filo e l’altro; luce ma anche oscurità, che si legano l’una all’altra e si nutrono l’una con l’altra. E ogni regno, ogni verità, non è “di questo mondo” (il mondo tangibile), ma è di un “altro” mondo: quello intangibile, perché misterioso, oscuro, dal quale nasce la vera “voce”, l’unica che è possibile “ascoltare”. La nostra vera voce. Forse anche la mia.
Come un faro non ha ragione di esistere senza la notte, nessuno di noi può emanare una luce che sia vera, completa, se non fa pace con la propria oscurità, senza che questa lo schiacci. Un faro senza la notte è perfettamente inutile. Siamo abituati a legare il concetto di Bene alla luce, e il concetto di Male alle tenebre. Ma non è così. Bene e Male prescindono da questa distinzione. Ci può essere del Male nella luce (penso all’accesso di gelida razionalità che prevarica sugli istinti più passionali, o anche la furbizia più astuta e manipolatrice è sempre luminosissima, cioè “brillante”) e c’è del Bene nell’oscurità (l’inconscio più misterioso, la nostra immaginazione, il sesso, gli istinti). A “questo mondo”, sopra la superficie terrestre, tutto ciò che è oscuro viene spesso malgiudicato. E con questo non dico che si debba impudicamente sbandierare le proprie fantasie più contorte come se nulla fosse. Custodire il tesoro misterioso dentro di sé è parte stesso del processo di accettazione e di vita. Ma ogni uomo, artista o no, è bene che sappia cosa c’è di splendente sepolto dentro di sé, senza malgiudicarsi lui stesso, senza condannarsi per chissà quale orrendo crimine presunto.
Se poi, come me, vuole fare l’artista, gli tocca farlo. Per forza.
E.