Breve storia di Porzia ne Il mercante di Venezia di William Shakespeare. Porzia è una “dama”, è “bella”, “ha molto ereditato”, ed è rinchiusa nel Palazzo di Belmonte (Belmonte è un luogo immaginato da Shakespeare vicino a Venezia) prigioniera di una promessa fatta al padre sul letto di morte: ella sposerà solo colui che riuscirà a sciogliere l’enigma che si cela sotto la “lotteria” dei tre scrigni d’oro, d’argento e piombo. Porzia come la Sfinge, come la Sibilla. I più arroganti e vanesi pretendenti del mondo tentano l’impresa, ma nessuno riesce a scegliere giustamente, e così Porzia rimane in attesa che un giorno il proprio destino si compia. Prigioniera, nello Spazio e nel Tempo, delle stanze del suntuoso Palazzo. Poi, un giorno, finalmente, il prode e saggio Bassanio opera la scelta corretta – ovviamente lo scrigno da scegliere era lo quello di piombo, il più umile, il meno appariscente, e anche il più esigente – e Porzia viene vinta e può felicemente coronare il proprio sogno d’amore. Ma subito Bassanio riceve la notizia che il suo caro amico Antonio – il “Mercante” del titolo – si trova in grave difficoltà economiche e rischia persino di perdere la vita. Porzia lascia che il marito corra in soccorso dell’amico. Ma non solo. Indossati i panni e la maschera di un fantomatico Dottore in Legge, ella stessa si presenta a Venezia davanti al Doge, proprio un attimo prima che Antonio venga “giustiziato”, e lo salva, riuscendo lei e solo lei a trovare la falla nel contratto che a tutti appariva inattaccabile. Per sapere poi come va a finire fra lei e Bassanio, be’, dovete o leggere l’opera o andarla a vedere a teatro.
Scrivono gli astrologi a proposito di cosa significhi il Tempo per la Vergine, il segno che più coglie la caducità di tutte le cose e di tutti gli esseri viventi:
“La vera partita si gioca con il Tempo (…) Il Tempo, così inesorabile e condizionante, è il vero problema della conoscenza. È il Tempo che va conosciuto, misurato, curato, seguito, capito, smascherato nel suo inaccessibile segreto. Noi siamo il nostro tempo (…) Così, per difendersi e difendere le particolarità della vita amata con tutta se stessa, la Vergine cataloga, dispone con cura e attenzione meticolosa. Colleziona i mille frantumi della vita che va in frantumi (…) Il lavorio mentale della Vergine non ha fine (…) Forse il gioco ininterrotto della mente verginea è solo e davvero un gioco per far passare il tempo. (M.Pesatori, Astrologia per intellettuali)
“Mercurio è domiciliato in Vergine, è a casa propria, perché il pianeta del pensiero ben si sposa con il segno della logica e del ragionamento (…) Porta con se un insegnamento che si potrebbe intitolare ‘pensiero ordinato’ (…) Mettere in ordine le idee, dare giudizi più ponderati, analizzare più in profondità varie situazioni, prestare maggiore attenzione ai dettagli (…) senza improvvisazioni arrischiate (…) un ‘Grillo Parlante’ (…) atteggiamento rigoroso e prudente”. (Simon & the stars, Mercurio in Vergine, dal sito)
E così Porzia, in attesa di essere vinta, prigioniera nel Palazzo di Belmonte, spende il Tempo, lo riempie, lo occupa, lo solca, in pensante solitudine, in una macchinosa danza dei neuroni… e intanto cataloga i pretendenti uno dopo l’altro, con ironico ordine e mesta metodicità.
“Ti prego nominali ad uno ad uno, e dopo che avrai nominato ciascuno di loro, io lo descriverò… “ (I,2)
E – finalmente! – quando poi trova colui dal quale vorrebbe ardentemente farsi vincere – Bassanio! – ancora una volta Porzia parla del Tempo come di qualcosa che vorrebbe non finisse mai. Interessante come Porzia istintivamente desideri trattenere Bassanio, spaventata dall’idea che egli possa scegliere male e che quindi il piacere della sua compagnia possa anch’esso finire, morire…
“Parlo troppo, ma è per fare a pezzettini il Tempo,
per accrescerlo, per estenderlo in lunghezza,
per trattenervi dalla vostra scelta”.
(III,2)
Quando poi, più in là nel play, ella si riferisce all’amicizia fra il suo futuro marito, Bassanio, e il mercante Antonio, come definirà il sentimento di amicizia la nostra dama di Belmonte? Come un qualcosa che fa “spendere il Tempo assieme”…
“Fra amici
che conversano e spendono il Tempo assieme,
le cui anime sopportano eguale giogo d’amore,
ci dev’essere per forza la stessa proporzione
di lineamenti, di modi, e di spirito”.
(III,4)
“Di certo comunque ci vorrà un po’ di tempo e via via che il rapporto si andrà cementando non mancheranno critiche, rimbrotti, mugugni, frecciatine e un sottile, meraviglioso sorriso sotto i baffi… o sotto il rossetto!” (G.Sorgi, Io Vergine, tu Pesci)
La Sibilla ha dovuto aspettare prima di essere conquistata. Oppure, la Sibilla ha voluto aspettare prima di essere conquistata. Consciamente o inconsciamente, Porzia – che Shakespeare ha costruito secondo la personalità del segno della Vergine – ha speso il Tempo chiusa nel Palazzo di Belmonte dove i suoi pensieri hanno riempito la Spazio e fatto trascorrere il Tempo. Il Tempo ha generato i ragionamenti di Porzia, e i ragionamenti di Porzia hanno spinto avanti il Tempo. In una gara sofferta e desiderata allo stesso “tempo”. Ups! E anche da donna ormai “vinta”, il gioco non è finito. Ne comincia subito un altro! E più profondo ancora. Alla fine della commedia (ma quale “commedia?”), Porzia troverà ancora una ragione (e piuttosto importante) per dilatare maggiormente il Tempo: ancora un dettaglio da correggere, ancora un “rimbrotto” (come scrive Sorgi) da scagliare, una dolce “frecciatina”, proprio all’amato Bassanio, e non senza motivo. Nulla di tremendamente grave, ma importante sì. Quel qualcosa che faccia in modo che la vita non appaia mai perfetta del tutto, ma sempre perfettibile, sempre lavorabile, migliorabile, modellabile. Verso un’idea di ideale eternità.
E. Petronio